lunedì 8 settembre 2014

Ereshkigal





Nome Ereshkigal Regina della notte
Dimora Kur
Simbolo Leoni, gufi, corna, canne, anello.
Consorte Nergal
Genitori An e Nammu
Fratelli Inanna
Figli Nungal, Namtar, Ninazu, Nanna/Sin
Funzioni Dea della Morte, dell'oscuro, della luna nera, della trasformazione, del Kur (Mondo sotterraneo), della vita, dea vergine e madre.
Numero Sacro (?)
Pianeta Venere





Ereshkigal
è la dea oscura. Il suo nome significa “signora del gran luogo inferiore” , ma prima di
essere relegata nel kur, anche lei era una dea dei cereali e viveva nel mondo superno.
Perciò simboleggia il gran circolo della natura, il seme al di sopra del terreno che cresce, e il seme sotto terra che muore per poi germogliare nuovamente.
Rappresenta il continuum in cui i vari stati sono semplicemente vissuti come trasformazioni di un’unica energia. Secondo il mito, quando si trovava nel mondo supremo.


Nel mondo sotterraneo diede alla luce Nannasin, il dio della luna, sorto per illuminare le tenebre e per misurare il tempo, con i suoi cicli di crescita e di calo. Secondo altre fonti Nanna-sin è il padre di Inanna (e anche del dio sole). Perciò sua madre, Ninlil-Ereshkigal è genealogicamente la nonna di Inanna: un aspetto dell’illimitato femminile originario, stuprato, ridotto ma che tuttavia continuò a dar frutti. Ereshkigal incorpora le leggi degli Inferi, è il luogo dell’oblio, la faccia oscura della luna. E il mito la descrive prima come furiosa, poi distruttiva e infine grata e generosa. C’è in lei una rabbia primordiale, un’istintività grezza e incontrollabile, come le forze che tentano di sopraffare l’Io. Tuttavia le sue forze sono legate alla distruzione ma anche alla trasformazione. E’ il lato distruttivo trasformativo della volontà cosmica. Essa simboleggia l’abisso che è la sorgente e la fine, il terreno di tutto quanto l’essere.
Il suo regno rappresenta l’unica certezza della vita: il fatto che tutti moriamo.
E' una dea molto astuta e molto intelligente.
Ereshkigal era l'unica che poteva giudicare e dare le leggi nel suo regno. Il tempio principale dedicato a lei si trovava in Kutha. A differenza del suo consorte Nergal, Ereškigal ha distintamente una duplice associazione con la morte. Questo ricorda la natura contraddittoria della sorella Išhtar, che rappresenta contemporaneamente opposti aspetti come maschio e femmina; l'amore e la guerra. In caso di Ereškigal, lei è la dea della morte, ma anche associata con la nascita; considerato sia come madre (geologica) sia come vergine.
Ereshkigal è la sorella e la controparte di Inanna / Ishtar, il simbolo della natura durante la stagione non produttivo dell'anno.

Genealogia

Erešhkigal è la sorella di Ishtar e madre della dea Nungal. Namtar, ministro di Ereškigal, è anche suo figlio da parte di Enlil; e Ninazu, suo figlio da parte di Gugal-ana. Quest'ultimo è il primo marito di Erešhkigal, che nella tradizione successiva ha Nergal come consorte. Belet-Seri appare come lo scriba ufficiale per Erešhkigal nella Epopea di Gilgames .


Iconografia

L'iconografia di Erešhkigal rimane sconosciuta ad eccezione di un possibile rappresentazione sul cosiddetto Burney Relief, una targa grande terracotta, la cui autenticità è stata a lungo oggetto di controversia. Il rilievo mostra un nudo femminile alato con artigli per i piedi. In piedi su due leoni giacenti e fiancheggiata da gufi, lei sfoggia il copricapo cornuto della divinità e porta una canna e anello in ogni mano sollevata. Le caratteristiche aviaria possono essere collegati agli inferi i cui abitanti re descritta come vestita di piume di uccello. Da lei si dice derivi Lilith.

Miti

La discesa di Inanna negli inferi (sumero)

Avvenne che Inanna, spinta secondo alcuni dalla curiosità, mentre altri la accusano di ambizione, progettasse di scendere dal suo trono e fare una visita al mondo sotterraneo. Combinò con il suo primo ministro (donna), Ninshuba, che se non fosse tornata entro tre giorni e tre notti, egli organizzasse delle grandi cerimonie funebri e si appellasse alle maggiori divinità perché corressero in suo soccorso. Presi questi accordi, Inanna cominciò la sua discesa. Al primo dei sette cancelli degli inferi la Dea venne fermata dal custode, Neti, che le chiese il motivo della visita. Inanna spiegò che era venuta per rendere omaggio a sua sorella Ereshkigal, signora dell'oltretomba, e a portarle le sue condoglianze per la morte di Gugalanna, suo marito, il "toro del cielo" (ucciso da Gilgamesh nell'epopea legata all'eroe). Neti le chiese di lasciare allora parte dei suoi ornamenti. Così accadde ad ogni cancello. Pezzo dopo pezzo, Inanna dovette rinunciare a tutti i suoi gioielli e vestiti finchè si trovò splendida e nuda di fronte alla sorella Ereshkigal, dea della morte, ignuda, dai capelli neri, che volse gli occhi di pietra sulla dea venuta dal mondo superno.
Al suo sguardo Inanna perse la sua vitalità e rimase tre giorni e tre notti come un cadavere nel regno della morte. Visto che Inanna non aveva fatto ritorno al suo regno celeste, Ninshuba fece ciò che gli era stato ordinato. Enki, padre della dea, corse in suo aiuto.
Con lo sporco che aveva sotto le unghie formò due strane creature, il Kurgarra e il Galatur e le mandò nel mondo sotterraneo con cibo e acque per riportare in vita Inanna che vi giaceva inerte. Ma nessuno può lasciare il mondo infero se non viene trovato un sostituto che rimanga per sempre nella terra del giudizio. Così i demoni seguirono la dea mentre essa risaliva nel suo regno e afferrarono l’uno dopo l’altro tutti gli dei che incontravano. Ma ogni volta Inanna li liberò ricordando qualche buona azione che avevano fatto per lei. Quando però inanna giunse nella sua città sacra, Uruk, trovò che il suo amante Dumuzi si era installato nel suo posto di comando. Arrabbiata per tanta presunzione, la dea ordinò che proprio lui fosse portato come suo sostituto nel regno di Ereshkigal. Fortunatamente per Dumuzi, la sua affezionata sorella Gestinanna lo seguì nel mondo infero e ottenne da Ereshkigal la vita del fratello per la metà di ogni anno, la metà d’anno in cui le piante del deserto fioriscono perché Dumuzi era il dio della vegetazione.
In alcune versioni del racconto fu la stessa Inanna e non Gestinanna, a liberare Dumuzi. Ma il nome di Gestinanna incorpora quello di altre dee; inoltre talora, viene anche detto che Inanna era in realtà la madre di Dumuzi, mentre in altre versione tale ruolo viene attribuito a Ninsun. Tutte queste apparenti contraddizioni cessano tuttavia di essere problematiche se si estende il concetto delle tre persone in un dio unico, a questa trinità di divinità sumere. Vediamo allora che la madre, l’amante e la sorella erano tutti aspetti di un’unica grande figura : la regina del cielo, che poteva essere lo stesso sole, datore di vita; esso infatti può tanto far inaridire la terra rendendola un deserto quanto riesumare ad ogni stagione la vegetazione da sotto la superficie della terra.
Conosciuto per la maggior parte attraverso tavolette rinvenute negli scavi archeologici eseguiti tra il 1889 e il 1900 sulle rovine della città di Nippur, nel sud della Mesopotamia, il mito è generalmente interpretato come una raffigurazione del ciclo della vegetazione. Dumuzi (divinità della fertilità), giace per sei mesi con Inanna (che rappresenta la potenza della generazione) e per sei mesi con la sorella "oscura" di lei, Ereshkigal (il letargo invernale, rappresentato simbolicamente dalla morte). Il dualismo Dumuzi-Geshtinanna viene messo in relazione con l'alternarsi stagionale dei frutti della terra (le messi per Dumuzi e la vite per Geshtinanna).
Non mancano peraltro le interpretazioni del mito in chiave psicoanalitica. In questa accezione, la discesa di Inanna è spiegata con la necessità per la psiche di confrontarsi con il proprio "lato oscuro" (Ereshkigal), connesso all'istintualità cieca e alla distruttività (la "pulsione di morte" di Freud), per raggiungere l'equilibrio e la completezza.

Inanna e la fertilità della terra (sumero)
Nel mito Inanna scende vestita come una sposa, indossando unguenti e gioielli. E’ simbolicamente anche il suo funerale e lei si prepara. Come il seme che per rinascere deve morire, la dea del granaio si sottomette.
Il sacrificio è alla base dei riti della fertilità primordiali.
“il mito relativo alla nascita delle piante commestibili… implica sempre il sacrificio spontaneo di un essere divino. Può essere una madre, una ragazza, un bambino o un uomo… l’idea fondamentale è che la vita possa soltanto nascere dal sacrificio di un’altra vita. Di fatto per tutto il tempo che Inanna restò nel mondo sotterraneo nulla crebbe e si accoppiò, la terra era spoglia. Il mito della discesa di Ereshkigal è centrato su questo archetipo dello scambio di energia per mezzo del sacrificio. Il toro del cielo (Gugalanna era stato il primo marito della dea Ereshkigal, la dea del "reame dei morti", un territorio privo di luce. Venne inviato dalla dea Inanna, sorella di Ereshkigall, per vendicarla di Gilgamesh, che aveva rifiutato le sue proposte sessuali. Gugalanna, "i cui piedi fanno tremare la terra", venne però ucciso e smembrato da Gilgamesh e da Enkidu. Inanna osservò dall'alto delle mura della sua città ed Enkidu, sfidando la dea, prese le coscia di Gugalanna e le mostrò agitandole dinanzi alla dea, minacciandola che avrebbe fatto lo stesso con lei se fosse riuscito a catturarla. Per la sua empietà, Enkidu morì più tardi) è ucciso, la terra perde il proprio principio fecondante e viene ricompensata dal sacrificio della dea.

Inanna-Ereshkigal e la natura dello Scorpione (sumero)

L’inno che descrive la discesa di Inanna nel regno degli inferi è uno dei più bei miti relativi l’incontro con il lato oscuro che si trova in ognuno di noi. L’astrologia umanistica e psicologica individua in questo mito una splendida rappresentazione del simbolismo dello scorpione.
Infatti Inanna decide di scendere negli inferi per partecipare al dolore della sorella per la morte del marito, ed inconsapevole di cosa l’attenderà laggiù, si aspetta gratitudine ed onore per il suo gesto.
Ereshkigal invece, arrabbiata, in stato di grande sofferenza per la perdita subita, la fa spogliare completamente, la umilia e quindi la appende ad un gancio piantato alla parete lasciandola lì, affinché muoia lentamente per dissanguamento (l’ira dello scorpione).
In questa lunga agonia Inanna è obbligata a vedere tutto ciò che accade nel mondo degli Inferi, a prendere coscienza ed a capire la desolazione e la morte che regnano laggiù (il nostro lato ombra).
Inanna in seguito viene salvata ed il mito termina con due momenti salienti:
quando le due sorelle si salutano, Ereshkigal si accorge di essere incinta, a conferma del fatto che ogni lutto racchiude in sé i semi di una nuova vita.
Infine Ereshkigal dice ad Inanna di fermarsi durante il ritorno a raccogliere ciò che lei ha messo vicino alle 7 porte che delimitano il suo regno, poiché questo sarà il suo personale dono da portare nel regno dei cieli.
Ad ogni porta Inanna trova una pietra, ma quando sarà risalita alla luce del Sole si accorgerà che si tratta invece di 7 gioielli purissimi.

Le sei fasi del mito:

1. La discesa agli inferi, percorso obbligatorio per comprendere le proprie dinamiche inconsce, che determinano comportamenti e reazioni, specialmente negli scorpioni.
2. Presa di coscienza della morte e confronto con il dolore, necessario per poter cauterizzare le ferite
3. La nudità, che psicologicamente rappresenta la necessità di rinunciare a tutte le difese quando si intraprende il viaggio della conoscenza di sé.
4. Il perdono e la grazia che Ereshkigal concede dopo essere stata onorata, che simboleggia come per guarire dalle qualità negative occorra prima riconoscerle, onorarle e perdonarle.
5. La gravidanza, che simboleggia i semi che si piantano durante questo percorso e che daranno i loro frutti.
6. I gioielli regalati ad inanna, i tesori di ognuno di noi che sono seppelliti sotto le scorie fatte di rancori, dolore e odio che occorre prima eliminare per poterli trovare.


Ereshkigal e Inanna e le stagioni (accadico)

Un giorno Isthar e sua sorella Ereshkigal, trovarono un bambino nato da un albero e quel ragazzino era Tammuz. Le due dee se ne innamorarono immediatamente e cominciarono a litigarselo, ma non potevano certo separare a metà il pargolo, così decisero di farlo trascorrere metà dell'anno con Ishatar e la metà restante con Ereshkigal.
Nel periodo della sua presenza sulla terra, accanto a Ishtar tutto il pianeta, fioriva e risplendeva rigoglioso, mentre, quando scendeva negli inferi, l'inverno con i suoi clima rigidi calava impietoso.
Un giorno, mentre Tammuz, era sulla terra, venne ferito mortalmente da un cinghiale e Ishtar non sembrava proprio volersi dare pace. Fu così che decise di discendere negli inferi, volta a cercare una soluzione per l'amato e impedire così la prematura morte.
Ishtar dovette attraversare sette porte per raggiungere la sorella e davanti ad ogni porta, prima di attraversarla, fu costretta a togliersi un ornamento e un pezzo dell'abito, così da giungere d'innanzi a lei completamente nuda. Non era la nudità che contava però, cioè che serviva era lo scopo ovvero quello di riprendere con lei il suo adorato.
In questo lato benevolo della Dea possiamo vedere come lei e Tammuz, uniti, siano coloro che fanno fiorire stagionalmente questo pianeta.
Si dice infatti, che, quando lei scese negl'inferi, tutto divenne arido e freddo simbolo di sterilità.
L'altro lato della sua medaglia è una faccia brutale e spietata. Lei è la signora dell'oscuro potere. Se lei non è felice non concederà pace e se anche tu possedessi la pace, non ti sarebbe permesso vivere pacatamente fin quando lei non lo decide.
É dea della guerra e della caccia, sa essere spietata e magnanima al tempo stesso.
Quando arrivò d'innanzi alla sorella, vide che Tammuz l'aveva tradita con essa, allora lei decise di ucciderlo.
Tammuz, però, riuscì a scappare e si dice che Ishatr lo seguì prendendolo con i suoi artigli, fin quando non decise di perdonarlo. La terrà tornò ancora una volta feritile non essendo più macchiata dalla carestia.




Fonti

- http://oracc.museum.upenn.edu/amgg/listofdeities/erekigal/index.html
- http://en.wikipedia.org/wiki/Ereshkigal

- http://www.ilcerchiodellaluna.it/central_dee_Inanna.htm

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